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Dopo 22 anni il codice della strada è pronto per essere rivoluzionato e le novità saranno moltissime, tutte incentrate sulla Sicurezza, sulla Sostenibilità e sulla Semplificazione. Sono queste le “tre S” elencate dall’onorevole Paolo Gandolfi, il relatore del disegno di legge che si propone di cambiare l’ultimo codice, quello risalente al 1992.
Il codice del 1992 è stato soggetto a moltissimi cambiamenti, alcuni hanno portato a esiti decisamente positivi, riducendo (e di molto) il numero di incidenti, decessi e sinistri sulle nostre strade: tra i più rilevanti ricordiamo l’inserimento della patente a punti, maggiori controlli su alcol, sostanze stupefacenti e velocità, in quest’ultimo caso anche grazie all’uso di tecnologie sempre più raffinate.
Ma dal 1992 le esigenze di pedoni e automobilisti si sono incredibilmente evolute: ad oggi l’Italia è attraversata da circa 37 milioni di autovetture, fra cui modelli GPL ed elettrici, e 14 milioni di biciclette. Cambia la mobilità, dunque, perché è il paese stesso ad aver modificato, nel tempo, le proprie necessità.
Tornando alle tre S l’onorevole Paolo Gandolfi sostiene che il compito principale della autorità stradali sarà puntare alla Sicurezza degli utenti definiti “vulnerabili”: bambini, anziani e disabili ma non solo, anche pedoni, ciclisti e motociclisti sono al centro dei dibattiti che hanno come obiettivo strade più ordinate e sicure, soprattutto per quanto riguarda la mobilità nei centri urbani dove queste categorie sono purtroppo vittime innocenti del traffico cittadino, caotico e disorganizzato.
La seconda S è dedicata al tema della Sostenibilità, per ripensare le nostre città in termini di efficienza, pulizia, accessibilità e mobilità green: qualcosa già si è mosso negli ultimi anni, a cominciare dalle aree a traffico limitato sempre più numerose nelle città fino al boom del car sharing. Sarà compito dello Stato e delle autorità favorire iniziative di questo tipo, il nuovo codice stradale dovrà infatti farsi carico di contribuire alla sostenibilità ambientale del traffico, affinché la mobilità non sia solo più veloce e sicura ma anche più pulita, per migliorare il presente (e il futuro!) di tutti.
Infine la terza S, probabilmente la più innovativa: Semplificazione. L’obiettivo è quello di snellire la burocrazia che regola il codice della strada, e secondo Gandolfi sarà proprio la semplificazione a portare le persone a rispettare maggiormente le regole. Per dirla con lui “L’idea è che norme più semplici e logiche promuovano maggiormente una cultura del rispetto delle regole stesse”. Tradotto in termini pratici questo vorrebbe dire meno cartelli stradali, ma più controlli. Regole più ferree, ma meno numerose (dunque soggette a tante, troppe variabili!). Sarà inoltre favorito e incentivato l’utilizzo di strumenti telematici e di controllo automatico, di banche dati e delle scatole nere.
Il tentativo è quello di realizzare un Codice 2.0 che si basi su un futuro che, per certi aspetti, è già presente ed ha già cambiato la mobilità quotidiana di milioni di italiani. Esistono gli strumenti, mancano le norme. Da qui l’obiettivo di regolarizzare in un nuovo documento Nazionale tutto ciò che i cittadini hanno già dimostrato di desiderare: sicurezza, sostenibilità, tecnologia, automatizzazione.
Naturalmente il dibattito sul nuovo codice della strada è ancora aperto, molte cose necessitano di essere riviste e riconsiderate, ma per ora, è proprio il caso di dirlo, sembra che la direzione sia quella giusta. Per una mobilità più sostenibile, più semplice e soprattutto… Più sicura!
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