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Grazie alla sottoscrizione degli Accordi di Schengen, la circolazione automobilistica in gran parte dei paesi europei è stata enormemente semplificata.
L’abbattimento delle barriere doganali ha reso molto più facile e veloce il passaggio da una nazione ad un’altra, favorendo enormemente la mobilità dei viaggiatori.
Di norma, per viaggiare in Europa è sufficiente essere in possesso della patente di guida italiana in corso di validità.
Nel caso si sia alla guida di un veicolo di cui non si è anche i proprietari, è bene farsi rilasciare dal proprietario una delega alla conduzione, che va fatta autenticare da un notaio. Se possibile, è meglio corredare la dichiarazione con una fotocopia fronte-retro delle patenti di guida e dei documenti d’identità (carta d’identità o passaporto) del proprietario e della persona autorizzata alla conduzione del veicolo.
Chi viaggia all’estero deve poi essere a conoscenza delle principali norme che regolano la circolazione stradale e autostradale all’interno del paese che intende visitare. Infatti, anche se le principali norme di circolazione sono condivise dalla maggior parte delle nazioni europee, potrebbero presentarsi alcuni spiacevoli inconvenienti nel caso si sia sorpresi a commettere un’infrazione.
In certe nazioni, alcuni comportamenti considerati completamente legali in Italia sono duramente puniti con sanzioni pecuniarie e, in casi limite, con il carcere.
Per quel che riguarda la patente di guida, quella italiana è sufficiente per guidare il proprio veicolo all’interno di tutti i paesi europei. Nel caso si scelga la Russia o altri paesi extra-europei, è necessario recarsi agli uffici del DTT (‘Dipartimento dei Trasporti Terrestri’) per informarsi e richiedere una patente di guida internazionale, che consente di circolare senza problemi anche nelle aree extra-europee che non abbiano stretto accordi con l’Italia in materia.
Una volta assicuratisi di essere in regola con la documentazione, è necessario informarsi sui limiti di velocità previsti nei paesi che si desidera visitare.
Per camper e automobili con roulotte a rimorchio, i limiti variano da paese a paese.
Normalmente, per quel che riguarda la circolazione nei centri abitati, il limite è fissato a 50 chilometri orari per qualsiasi tipo di veicolo.
La situazione varia, anche considerevolmente, su strade extra-urbane e sulla rete autostradale.
In Croazia, autocarri e auto con rimorchio/roulotte devono circolare a velocità massima non superiore agli 80 chilometri orari, sia sulle strade extra-urbane che sulle autostrade.
Limiti analoghi a quelli croati sono vigenti anche nella vicina Slovenia, in Slovacchia, nella Repubblica Ceca, in Grecia, in Svizzera, nei Paesi Bassi e in Spagna.
In Ungheria, i limiti sono di 70 chilometri orari sulle strade extra-urbane e di 80 sulle autostrade;
in Austria salgono a 100 chilometri orari su entrambe le tipologie di strada.
In Francia, i limiti per camper e automobili con rimorchio/roulotte sono identici a quelli delle normali automobili: 90 chilometri orari sulle strade extra-urbane e 130 chilometri orari sulla rete autostradale.
In Belgio e in Lussemburgo, il limite è di 90 chilometri orari.
In Germania, i limiti sono di 80 chilometri orari sulle strade extra-urbane e di 100 sulle autostrade.
In Portogallo a camper e auto con roulotte/rimorchio è permesso circolare al massimo a 80 chilometri all’ora sulle strade statali e a 100 chilometri all’ora sulla rete autostradale; i medesimi limiti sono vigenti in Romania.
Altro importante fattore da tenere in considerazione è il tasso alcolemico nel sangue.
È bene non assumere bevande alcoliche prima di mettersi alla guida di qualsiasi mezzo in quanto causa il rallentamento dei tempi di reazione del conducente. I diversi codici della strada prevedono sanzioni per gli eventuali trasgressori per chi guida in stato di ebbrezza o supera i limiti consentiti. Provvedimenti sono molto severi anche all’estero e, in alcuni casi, prevedono l’arresto.
photocredit: greggjerdingen
Da sempre grande sostenitrice delle campagne contro l’abbandono degli animali e in particolare degli amici a quattro zampe, anche quest’anno la redazione di Dialogo Blog desidera sensibilizzare i lettori nei confronti di un fenomeno preoccupante che va accentuandosi con la bella stagione. La dichiarazione universale dei diritti dell’animale non poteva utilizzare aggettivi più calzanti nel descrivere la problematica: l’abbandono di un animale è un atto crudele e degradante.
Per renderci conto della portata di tale pratica incivile, si può partire da alcuni dati statistici. Secondo l’Istat, ogni anno in Italia vengono abbandonati circa 150 mila cani (i gatti sono invece circa 200 mila), dei quali 45 mila nei mesi estivi. Facendo alcuni rapidi conti, se ne può ricavare che nel periodo che va da inizio giugno alla fine di agosto, vengono lasciati a loro stessi quasi 500 cani al giorno. Ciò senza contare il fenomeno del randagismo: il numero in Italia oscilla tra le 500 mila e le 700 mila unità.
Ripercorrendo le misurazioni dell’ultimo decennio si possono estrapolare altri due dati. Da una parte si rileva un triste aumento di casi d’abbandono segnalati, anche se in tal senso bisogna tenere conto che c’è una maggiore propensione da parte dei cittadini italiani a interessarsene e a denunciare tali episodi rispetto al passato; dall’altra sono meno frequenti i fenomeni d’abbandono in autostrada visto che i vili ex-padroni preferiscono lasciarli nei pressi di canili, centri cittadini e alle porte dei paesini di villeggiatura.
Abbandonare un cane è un atto deprecabile. Non solo dal punto di vista morale. E’ anche un reato. L’articolo 727 del codice penale sancisce infatti che “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro”. Oltre a compiere un illecito, chi abbandona un cane è anche potenzialmente responsabile di omicidio colposo (Legge 20 luglio 2004, n. 189) visto che l’animale potrebbe vagare disorientato per le strade, con le gravi conseguenze per gli automobilisti che potete facilmente immaginare.
Non è per la paura di ricevere una sanzione che non bisogna abbandonare i propri amici a 4 zampe, il buon senso e l’amore verso gli animali devono aiutarvi nel trovare soluzioni che tengano in considerazione i diritti di cani e gatti.
Ma nella pratica come fare ad arginare il fenomeno? Sembra una banalità, ma serve innanzitutto partire dalla coscienza individuale. Se avete intenzione di comprare o regalare un cucciolo, pensateci a lungo. Un cane non è un oggetto che si accende e si spegne a proprio piacimento come un televisore. Va nutrito, coccolato, istruito. Sempre, attraverso una cura costante nel tempo. Se non ci sono questi requisiti, meglio lasciar perdere.
Se invece avete già un vostro Fido e siete impossibilitati a portarlo con voi in vacanza, le soluzioni per affidarlo a qualcuno ci sono, eccome. Potete mettere degli annunci in alcuni punti strategici (bacheche del Comune e altre sedi istituzionali) e in internet. O ancora, se ritenete che il costo della pensione sia troppo oneroso, rivolgetevi al canile più vicino e i volontari saranno pronti ad accogliere e soddisfare la vostra richiesta.
L’abbandono dell’animale non è la soluzione al vostro problema, la soluzione è considerare il vostro amico come parte integrante della vostra famiglia e pertanto comprenderlo in ogni momento e spostamento.
photocredit: Bruno Capilli
I protagonisti sono cinque ragazzi di oggi. Il ritmo è serrato. I dialoghi sono brevi ed intensi. E poi c’è molta, moltissima musica. La forza di Young Europe, il film di Matteo Vicino dedicato al tema della sicurezza stradale, sta nel sapere maneggiare con maestria un linguaggio capace di parlare alle nuove generazioni. L’obiettivo è molto chiaro: sensibilizzare i giovani sul rispetto del codice della strada, promuovere una cultura della legalità e mostrare come i comportamenti pericolosi alla guida -comprese le “semplici” distrazioni- possano portare a conseguenze irreparabili. Vincitore dell’edizione 2012 del Milano International Film Festival, la pellicola è stata gratuitamente proiettata in questi giorni in ben 80 sale cinematografiche italiane e ha coinvolto nella visione oltre 50 mila studenti.
Young Europe non è un prodotto di carattere commerciale, ma uno strumento di formazione. Il film è infatti l’ultimo e importante tassello della campagna di sicurezza stradale promossa sin dal 2001 dalla Polizia di Stato in collaborazione con il Ministero dell’istruzione, la Fondazione ANIA e il Dipartimento di Psicologia della Sapienza. Questo progetto tutto italiano denominato “Icaro”, ha avuto il merito di sperimentare forme di comunicazione che parlassero la stessa lingua dei ragazzi: i messaggi di prevenzione degli incidenti stradali hanno preso così la forma della performance teatrale, del musical e della letteratura. Preso a modello dall’U.E. nel 2009, Icaro è stato esportato nell’ambito europeo del progetto ICARUS (Inter-Cultural Approaches for Road Users Safety) che coinvolge anche i dipartimenti di Polizia degli stati membri.
Ora tocca al cinema, ed ecco il lungometraggio Young Europe! Il giovane regista bolognese Matteo Vicino ha portato sullo schermo il suo omonimo romanzo grazie all’imput iniziale di Elisabetta Mancini, Vice Questore della Polizia di Stato. È un film corale, che mostra la quotidianità di alcuni ragazzi europei attraverso il loro punto di vista: c’è Josephine, una parigina sola con una natura “ribelle”; Julian è invece un diciassettenne irlandese che subisce il fascino di un’avvenente e calcolatrice lettrice di spagnolo; e poi il figlio di un poliziotto di nome Federico e la sua coetanea Annalisa, che entreranno in contatto con la superficialità di un quarantenne mai cresciuto. Tutti sono accomunati dall’ amara esperienza di un incidente stradale, e questo è un monito rivolto anche al mondo degli adulti, che non sempre offrono un modello di comportamento esemplare.
I promotori riportano un dato emblematico: l’incidente stradale è la prima causa di morte per i giovani in Europa, con una triste media di 100 vittime al giorno. Per sviluppare un senso critico nei giovani cittadini e in quelli di tutte le età, tali iniziative sulla sicurezza stradale sono preziosissime e da diffondere in maniera capillare. Per questa ragione Young Europe è gratuito ed accessibile: se non l’avete ancora visto al cinema, potete vederlo qui.
Dialogo raccoglie l’invito di Young Europe e lo gira a tutti voi:
è possibile visualizzare il film completo YOUNG EUROPE versione Italiana totalmente gratuitamente grazie alla collaborazione con YOUTUBE Italia. Chiediamo a chiunque veda il film di condividerlo in ogni forma e modo attraverso social network, passaparola, e a chi possa contribuire nelle proprie piattaforme. Young Europe è Prodotto dalla Polizia di Stato, Governo Italiano, Comunità Europea con il supporto Di Fondazione Ania e Università La Sapienza. NON ha alcun fine di lucro. I diritti Youtube sono proprietà di Showbiz Inc.
(fonte ww.showbiz-movies.com/)
Rivoluzione nel mondo dei motori. Dal 19 gennaio è in vigore una nuova normativa che ridisegna le regole per conseguire le patenti e che porta una ventata di novità tra i conducenti. Se la patente l’avete già, poco male: per voi in sostanza non cambia nulla. Tutti coloro che hanno preso la patente prima del 18 gennaio 2013 continueranno a viaggiare su strada esattamente come prima. Ma per quelli che ancora devono sostenere l’esame, per gli autotrasportatori, per gli aspiranti autisti e bikers invece le cose si fanno più complesse. Nuove tipologie di patenti arricchiscono il già fitto scenario, regimi anagrafici più stretti sono pronti ad essere applicati e sanzioni più aspre sono in agguato per tutti coloro che non rispetteranno la normativa. Una disciplina più rigida, voluta, come ha esplicitato il Consiglio dei Ministri, “per migliorare il livello di sicurezza stradale e la formazione dei conducenti”, oltre che per “armonizzare e facilitare la libera circolazione di merci e persone in Europa”. Il decreto legislativo 59/2011 è nato, infatti, su stimolo di due direttive europee, la 2006/126 e la 2009/113.
La prima grande novità è l’abolizione del “patentino” per i motorini e microcar, prontamente sostituito dalla patente AM (che permette di guidare ciclomotori a due ruote con velocità massima di costruzione non superiore a 45 km/h, veicoli a tre ruote con velocità massima per costruzione non superiore a 45 km/h e caratterizzati da un motore, quadricicli leggeri la cui massa a vuoto è inferiore o pari a 350 kg) che a differenza del Cigc (certificato d’idoneità alla guida abilita alla guida dei ciclomotori, dei tricicli leggeri – come l’Ape Piaggio – e dei quadricicli leggeri) sarà rilasciato solo previo un esame che prevede una prova pratica e una teorica, sulla scia di quello necessario per ottenere la patente A (quella per le moto).
Aumentano, inoltre, le categorie di patenti: dalle 9 precedenti si arriva alle 15 attuali. Oltre a quella AM si aggiungono le categorie A2, B1, C1 e D1 (che fissano i limiti di potenza e peso dei veicoli) e i passaggi da una sottocategoria a quella superiore saranno stabiliti con esami pratici. Cambiano anche i limiti d’età: infatti la patente A si potrà fare dai 24 anni in poi (oppure dai 20 per chi possiede la A2 da più di due anni). Stessa età è necessaria per accedere alla categoria D (prima accessibile a 21 anni), mentre il conseguimento della patente C richiederà 21 anni, contrariamente ai 18 anni necessari fino al 18 gennaio scorso.
Rivisti anche i limiti di velocità per i primi tre anni dal conseguimento della patente: la regola di non superare i 90 km/h sulle strade extraurbane e i 100 km/h sulle autostrade sarà applicata non solo ai titolari di patente B, ma anche a quelli di patenti A2 e A.
L’ultima novità riguarda le punizioni per gli illeciti: sospensione e una multa che va dai mille ai quattromila euro sarà la sanzione per chi guiderà senza la corretta autorizzazione.
photocredit: Durango Tig Σ(◕_◕Σ)
Dati alla mano le infrazioni al codice della strada in Italia sono molto frequenti, nonostante si siano implementati notevolmente i controlli e siano previste sanzioni a punteggio sulla patente di guida, oltre che pecuniarie. Le statistiche a riguardo sono molto allarmanti se si pensa che ben il 70% degli automobilisti non rispetta le basilari regole di circolazione oppure le rispetta in maniera parziale, mettendo a repentaglio la propria sicurezza e quella degli altri automobilisti nonché passeggeri.
Dall’indagine Ipsos patrocinata da Ania “Gli italiani e il rispetto delle regole”, emerge chiaramente come il Bel Paese non sia di certo un esempio per disciplina e correttezza. La violazione delle regole della strada sembra quasi essere una prassi più che un’eccezione e dalle dichiarazioni degli intervistati il Codice della strada è al 5° posto per importanza di insieme di regole da rispettare.
I telegiornali e i numerosi casi di cronaca sono testimoni diretti delle conseguenze di questo atteggiamento che portano a incidenti, più o meno gravi, che causano anche notevoli disagi dal punto di vista del traffico. L’84% degli italiani si è dichiarato favorevole ad una normativa e delle sanzioni più rigide, ma una volta al volante la percentuale di chi rispetta tutte le regole, e in particolare i limiti di velocità, si abbassa a soglie davvero sorprendenti.
Ma quali sono le infrazioni più diffuse, ossia le norme considerate meno “importanti” dagli automobilisti italiani? Al primo posto si trova a sorpresa la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. I limiti imposti vengono definiti “troppo restrittivi” anche se sono esattamente allineati agli standard europei. Al secondo posto arriva invece il limite di velocità che nel 52% dei casi viene bypassato o non preso in considerazione, in particolare su alcune tipologie di strade e per la diffusione di automobili sempre più potenti che non lasciano percepire al meglio la velocità a cui si viaggia, mentre la terza infrazione ritenuta poco importante quando si è alla guida è il passaggio col rosso al semaforo.
photocredit Andy Wilson via Compfight
Il Codice della Strada è senza dubbio uno dei codici più complessi da interpretare: molte volte può mettere in difficoltà per quanto riguarda la sua applicazione sopratutto dal punto di vista delle sanzioni e del rispetto delle punizioni previste.
Il 19 giugno scorso è stato fatto però un grosso passo in avanti per quanto riguarda la semplificazione e l’effettiva applicazione della normativa con l’approvazione alla Camera dei Deputati della delega al Governo a rivedere completamente il Codice della strada affinché diventi uno strumento utile e semplice da usare sia per il singolo cittadino che per gli enti locali e le forze di polizia delegate alla sua applicazione.
Le principali modifiche fanno riferimento agli ambiti di essenzialità, chiarezza e semplicità, tre caratteristiche che ad oggi si fa fatica a ritrovare tra le pagine del codice. Le materie che il governo dovrà andare a regolare sono innanzitutto rivolte alla non discriminazione in ambito europeo con sanzioni più pesanti per le infrazioni gravi e ripetute nel tempo. Anche comportamenti pericolosi saranno trattati con maggiore rigidità per favorire la consapevolezza dell’importanza delle regole.
Allo stesso tempo verranno semplificate le comunicazioni con il cittadino e la sua interazione con gli enti preposti attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie e in particolare internet per notifiche, comunicazioni e altro. Con questi nuovi sistemi di notifica verranno quindi agevolati i cittadini che pagheranno la loro sanzione nei tempi previsti e premiati i cittadini “virtuosi”.
Verrà così modificata anche la procedura per ottenere ricorsi le cui tempistiche passeranno da 60 giorni a 30 giorni; scaduto questo termine il ricorso sarà considerato nullo.
Le nuove normative andranno inoltre a toccare il mondo delle patenti speciali e dei requisiti fisici per l’ottenimento della patente di guida e il suo rinnovo, nonché le norme di circolazione durante il periodo invernale e con particolari agenti atmosferici (questione particolarmente importante per il mondo dei motociclisti).
pgotocreditLino M via Compfight
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