La “signorina al volante”. Le prime donne patentate
Abitava in un palazzo signorile di piazza Carlo Felice, nel centro geografico e sociologico della ‘Torino bene’ e nel 1954, anno della sua morte, guidava ancora. La chiamavano ‘la signorina al volante’.
Ernestina Prola è l’eroina ‘sconosciuta’ dell’emancipazione femminile sulle 4 ruote in Italia: fu infatti la prima donna italiana ad ottenere la patente di guida. Nel 1907 aveva 31 anni, e complice l’ambiente moderno e progressista della Torino industriale, riuscì ad ottenere l’ambito documento che le permetteva di usare i primissimi veicoli a motore circolanti all’epoca, spesso prodotti proprio nelle fabbriche torinesi.
Come ben descritto nella foto d’epoca che la ritrae al volante, la signorina Ernestina era ‘chauffeuse della scuola di Torino’.
Per comprendere la ‘temerarietà’ del gesto, è bene ricordare che all’epoca le donne non avevano ancora ottenuto nemmeno il diritto di voto, che arriverà soltanto nel 1919 per le inglesi e le americane, molto più tardi in tutti gli altri paesi europei (spesso solo dopo la seconda guerra mondiale).
In quegli stessi anni le donne si affacciano al mondo del lavoro professionale, abbandonando le mura domestiche che le avevano forse protette, sicuramente rinchiuse, fino ad allora: anche in questo caso, Torino è la città con il maggior numero di donne ‘professioniste’, contando già decine di professoresse, medici, avvocati.
Una volta ‘aperta la strada’ dalle prime pioniere delle 4 ruote, non ci sono più limiti a quello che una donna può fare al volante. Negli USA, già nel 1909 la giovane Alice Ramsey guidava per 3.800 km da una costa all’altra degli Stati Uniti, in solitaria e su strade quasi completamente sterrate.
Poco dopo, durante la prima guerra mondiale, la patente servirà spesso alle donne per sostituire gli uomini, lontani al fronte, sui luoghi di lavoro: ultime prove di ‘indipendenza’ prima dell’inizio della vera età dell’emancipazione.
Soltanto una generazione dopo quella di Ernestina Prola e Alice Ramsey, le donne al volante raggiungevano già percentuali del 20-30% in diversi stati del Nord America.
Curiosamente, l’indipendenza ‘al volante’, nel corso della storia, sembra sempre precedere le conquiste più importanti sul piano dell’emancipazione femminile, come il diritto di voto, l’equiparazione dei diritti delle donne a quelli degli uomini, l’accesso a ruoli e servizi in precedenza riservati ai soli uomini.
Non a caso, anche nel nostro presente, le donne saudite fanno della questione ‘patente’ un punto fondamentale nel loro percorso di emancipazione, rischiando di fatto la prigione per ogni viaggio al volante della loro auto.
La libertà di muoversi e spostarsi in autonomia è spesso il prerequisito per conquistare nuove libertà e indipendenze, e crea le condizioni minime per conseguire obiettivi di studio e di lavoro, oppure seguire lo sviluppo di proprie iniziative imprenditoriali. Una storia che si ripete sempre uguale e sempre diversa, da un secolo a questa parte.