Con Google StreetView si viaggia nel tempo
Google StreetView ci permette di viaggiare ovunque nel mondo e di poter vedere ogni luogo nel mondo mappato dalla tecnologia di Google. Ma ci permette anche di viaggiare nel tempo e nella Storia confrontando l’aspetto attuale di luoghi resi famosi dall’arte o dalla cultura popolare, confrontando così ‘come eravamo’ e ‘come siamo’: ed è questo che faremo con l’aiuto del fotografo
Halley Docherty che ha realizzato un’interessante ricerca, mettendo a confronto le immagini StreetView di luoghi resi celebri da quadri o copertine musicali famose.
Physical Graffiti dei Led Zeppelin. Immortalando un palazzo urbano ai civici 96-98 di St. Mark’s Street il gruppo creò nella copertina un personalissimo condominio che mostrava dietro ogni finestra immagini diverse: personaggi celebri, quadri famosi, istantanee del gruppo ritratto in momenti di svago, le lettere che individuano il titolo dell’album. Oggi il palazzo è uguale al passato, non fosse per qualche… graffito in più.
Animals dei Pink Floyd. La fotografia di copertina rappresenta la centrale elettrica Battersea Power, tra le cui ciminiere fluttua un gigantesco maiale, soprannominato Algie. Ad oggi il paesaggio non è cambiato poi molto, non fosse che scarseggiano i maiali tra le nuvole…
Abbey Road dei Beatles. È’talmente famosa la copertina dell’ultimo album in studio dei Fab Four (datato 1969) che il consiglio di Westminster a Londra deve ridipingere il muro accanto al passaggio pedonale ogni tre mesi per coprire i graffiti dei fan. In questa famosa via si affacciano appunto gli Abbey Road Studios, nei quali i Beatles incisero per l’intera carriera. Non è stato scelto a caso lo scatto che immortala i Beatles: considerata la fase della loro carriera, infatti, li rappresenta in marcia da sinistra a destra, cioè come se andassero via dagli studi di registrazione della EMI.
Nighthawks (1942) di Edward Hopper. Per il diner, Hopper disse una volta di essersi ispirato a un locale d’angolo sulla Greenwich Avenue e il suo biografo-allievo, Gail Levin, lo aveva individuato in un locale in Mulry Square, quello nella foto. E nonostante sia stato dimostrato che tra gli anni ’30 e ’70 lì si trovava un benzinaio e non un locale ad angolo, il fotografo ha voluto ugualmente omaggiarlo seguendo le ipotesi di Gail.
Il Cortile dello Scalpellino (1726-1730) di Canaletto. E’probabile che Canaletto dipinse quest’opera guardando da una finestra della Chiesa di San Vidal, che si affaccia sul piccolo spazio. Ora il Ponte dell’Accademia blocca la vista verso la chiesa di San Maria della Carità, e anche la Chiesa è molto diversa: il suo campanile è caduto a 20 anni dal dipinto.
Piazza San Marco verso la Basilica (1760-1765) di Francesco Guardi. La prospettiva non è cambiata per nulla, ma mancano le damine e i cavalieri, sostituiti da mode più… semplici.
E adesso correte a sfogliare le foto negli album di famiglia e confrontatele con le immagini attuali di Google StreetView!
photocredit:www.guardian.com