Da questo mese si aggiunge un altro tassello al processo di “dematerializzazione” in campo assicurativo. Dal 18 aprile infatti è stata attivata la condivisione tra la banca dati delle coperture assicurative e la motorizzazione, con comunicazione automatica e continua tra i due database: gli aggiornamenti diventano in tempo reale e sarà possibile aumentare i controlli sullo stato assicurativo dei veicoli, contrastando il fenomeno dei contrassegni contraffatti e delle auto che circolano senza assicurazione, piaga che conta ben 4 milioni di veicoli secondo quanto stimato dal Ministero delle Infrastrutture.
L’altra novità è che da giugno l’attestato di rischio diventa elettronico.
In realtà dal 1 luglio i nuovi contratti RCA dovranno prevedere l’attestato di rischio elettronico, ma siccome secondo regolamento il documento dev’essere consegnato 30 giorni prima, di fatto già da oggi 1 giugno comincerà l’eliminazione dell’attestato di rischio cartaceo.
Questo è un passo fondamentale per il mondo assicurativo: per cambiare compagnia infatti non si dovrà più inviare l’attestato di rischio alla nuova assicurazione ma dato che tutto viaggerà “on-line” saranno le compagnie stesse ad occuparsi di tutto.
Ma non è finita qui: l’attestato di rischio potrà essere inviato anche tramite canali “non convenzionali” fino ad ora, ossia Facebook, Twitter e anche Whatsapp. A confermarlo è Antonio De Pascalis, capo del servizio studi Ivass (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni). Il documento è a disposizione degli assicurati principalmente sul sito web della compagnia ma può essere prevista anche un’altra modalità di invio a scelta tra quelle proposte dall’Ivass: posta elettronica, App per smartphone e Social network.
Un’altra data da ricordare per questo processo di “alleggerimento” dal cartaceo è il 18 ottobre, quando sparirà il contrassegno dal parabrezza delle vetture, che sarà appunto sostituito dal tagliando elettronico. Questo è un altro passo importante anche in termini di sicurezza e regolamentazione: prima di adesso i vigili urbani e la polizia stradale dovevano controllare le vetture manualmente; col tagliando elettronico la regolarità verrà verificata con la lettura della targa. Entro il 18 ottobre quini vi sarà tempo per omologare il sistema dei controlli autovelox, tutor e zone a traffico limitato per poter trasmettere i dati di ciascun veicolo, grazie alla comunicazione istantanea tra database delle Forze dell’ordine, del Ministero dei Trasporti e della Motorizzazione civile già avviata lo scorso 18 aprile.
Grazie a queste innovazioni si va così verso una “dematerializzazione” e una semplificazione dei processi oltre che una maggiore sicurezza e tutela per tutti.
Non ci sono dubbi che il futuro, anche quello assicurativo, è sempre più digital!
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Il cinema ad Agosto è sinonimo di pellicole d’azione e di avventura. Questi generi si incrociano spesso con il mondo delle corse e degli appassionati di automobili, raccontato spingendo il pedale dell’acceleratore sulla fantasia e sulle performance delle vetture protagoniste.
Quasi surreale sono le corse in auto di Taxxi, film francese con ben tre sequel, che vede protagonista Daniel Morales, un fattorino, pazzo per le quattro ruote. Nel suo garage ha modificato una Peugeot 406 in modo che possa correre come un’auto da corsa tra le strade di Marsiglia.
Con il suo bolide e le sue capacità di pilota, catturerà la “banda delle Mercedes” che a bordo di una Mercedes-Benz 500E rapina le banche di Marsiglia.
E a proposito di auto modificate non si può non citare Deathproof – A Prova di Morte, film di Quentin Tarantino in cui Stuntman Mike rende protagoniste non una ma ben due macchine: una Chevy Nova del 1971/72 (lo stesso modello dei protagonisti di Pulp Fiction) targata JJZ-109 e una Dodge Charger del 1969. La targa JJZ-109 non è casuale ma una citazione della Ford Mustang Fastback del 1968 guidata da Steve McQueen nel film “Bullitt”.
Bullitt è un film del ’68, diretto da P.Yates, nel quale un tenente di polizia deve proteggere un mafioso che ha deciso di testimoniare contro Cosanostra. Sarà solo grazie alle alte prestazioni della sua automobile (una Ford Mustang G.T.390 Fastback) che riuscirà ad uscire incolume dagli inseguimenti dei suoi nemici.
Ruote che viaggiano veloci in un altro film con McQueen: “Le 24 ore di Le Mans” ambientato nello storico circuito di Le Mans. McQueen, che era un appassionato delle due e delle quattro ruote anche nella vita reale, interpreta un pilota di nome Michael Delane, alla guida di una Porsche 91 SS e una 917. Il film ebbe scarso successo all’epoca della sua uscita (1971), ma a distanza di anni viene ricordato come una realistica testimonianza di uno dei più famosi periodi della storia motoristica e come uno tra i migliori film di corse automobilistiche mai girato.
E a proposito di gare, non si può trascurare la serie di maggior successo degli ultimi anni: Fast and Furious. In tutti e sei (quasi sette) film, le protagoniste sono le auto da corsa ‘truccate’ nei migliori garage di tutto il mondo. Ne sono un esempio: la Toyota Supra della prima serie, la Mazda RX7 e la Dodge Charger, la Nissan GT-R R33, due Honda S2000, presenti anche in Tokyo Drift. C’è spazio anche per le Ferrari, dalla 360 spider di 2Fast 2Furious fino al lungo elenco di Fast and Furious 6 (FXX, 458 Italia, F40).
Il tema dell’auto e degli uomini che si muovono in questo mondo, è ben presente in molti film e l’elenco sarebbe infinito: The Bourne Supremacy, Duel, Death Race, Il Sorpasso, The Italian Job, Drive, Rush…
Ma se siete registi, attenzione che non vi sparisca la macchina! Come accadde a Quentin Tarantino sul set di Pulp Fiction dove gli venne rubata la sua Chevrolet Chevelle Malibu… incredibilmente ritrovata dopo solo 20 anni dal furto!
photocredit: cinemaspection & omniauto.it
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La Formula 1 è uno sport a maggioranza maschile. Indiscutibilmente.
Certo nella storia si sono presentate notevoli eccezioni al femminile, a cominciare dall’italiana Teresa De Filippis che fu la prima donna al volante di una macchina da corsa.
Oggi il volto di donna dei motori più veloci del mondo è quello di Susie Wolff, collaudatrice e pilota della scuderia Williams Martini dal 2011. Susie ha 31 anni, nasce nel 1982 a Oban, una cittadina scozzese di sole ottomila anime, affacciata sull’Oceano Atlantico. Attualmente è sposata con Toto Wolff, uno dei co-proprietari della scuderia Mercedes. Proprio lo status di ‘moglie’, ha messo Susie al centro di alcune polemiche: diverse voci importanti all’interno del mondo della Formula 1 hanno “accusato” Susie Wolff di essere stata aiutata dal marito nella sua carriera automobilistica.
Le voci possono essere in realtà smentite dai fatti, perché la storia di Susie come pilota inizia svariati anni fa, nel 1999: la scozzese infatti vanta diversi titoli nazionali nel karting, ha corso con la Renault, ha partecipato a molte competizioni di Formula 3 e, dal 2006 è entrata anche nel DTM tedesco, il più prestigioso campionato continentale per vetture turismo.
La sua passione per i motori nasce in tenera età, come ha recentemente raccontato in un’intervista rilasciata a una rivista femminile: i genitori di Susie infatti erano proprietari di un negozio di moto e proprio grazie alle moto da cross, con cui Susie sfidava i suoi fratelli, è nato l’amore per la competizione in pista e per le sfide adrenaliniche.
Curiosità: da quando Susie è passata alla Formula 1 ha abbandonato le moto, sua prima passione. Pare infatti che questa sia una promessa fatta al padre, che le ha chiesto di “limitare i rischi” e di gareggiare solo su 4 ruote e non su 2, essendo la Formula 1 già abbastanza… pericolosa.
Il 2014 è un anno importante per Susie, che sarà al via di due sessioni di prove libere del venerdì della Formula 1. Pat Symonds direttore tecnico della scuderia Williams ha voluto commentare questa notizia: “ Susie è diventata un membro prezioso della nostra line up di piloti e il 2014 la vedrà assumere ulteriori responsabilità ”.
Purtroppo il debutto di Susie in pista non è stato un grande successo: nel giugno del 2014 a Silverstone, Gran Bretagna, la vettura della Wolff ha avuto un problema tecnico costringendo “la pilotessa” a parcheggiare a bordo pista. Purtroppo la Williams FW36 non ha potuto essere riparata in tempo per consentirle di riprendere la pista.
Ma questo primo passo falso non turba l’animo determinato, competitivo e coraggioso di Susie: la costanza femminile è esattamente ciò che ci vuole in uno sport come la Formula 1.
Sentiremo ancora parlare di questa giovane scozzese dal sorriso accattivante che sta cambiando, forse, il mondo “troppo maschio” dei motori e della Formula 1.
photocredit: telesport.hu
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Finalmente Agosto! Mentre ci si prepara all’esodo vacanziero, è importante riservarsi almeno una notte da passare ‘al buio’, stesi su un prato o su una spiaggia, ma sempre lontani dalle luci artificiali di una città: solo così sarà possibile apprezzare al meglio lo spettacolo dei fuochi di San Lorenzo, ovvero dello sciame di stelle cadenti che attraversano il cielo tra il 10 e 12 Agosto.
Ma le stelle cadenti, da dove arrivano?
La spiegazione scientifica è molto semplice e… poco romantica. La Terra, nella sua orbita intorno al Sole, incontra piccoli detriti e particelle di roccia lasciati dalle comete, passate millenni prima per quel punto dell’Universo. Infatti, le ‘stelle cadenti’ non sono stelle, ma semplicemente rocce che a contatto con l’atmosfera terrestre si disintegrano e creano quella fugace scia in cielo. È un fenomeno in realtà quasi banale che si verifica ogni giorno: la particolarità dei “ fuochi di San Lorenzo” è che intorno al 10 Agosto cambia l’intensità dei detriti. In quei giorni la Terra attraversa un angolo di spazio molto ricco di aeroliti, precisamente quelli lasciati dalla cometa Swift-Tuttle, e di conseguenze il fenomeno cresce esponenzialmente.
Ma da dove nasce la credenza per cui si deve esprimere un desiderio quando cade una stella cadente?
Anticamente la stella cadente era collegata all’idea di ‘pianto celeste’, ovvero di pianto della divinità, ed era considerata annunciatrice di disgrazie.
La tradizione cristiana ha ereditato questo concetto ma lo ha trasformato in un ‘evento positivo’, un raro miracolo durante il quale si può chiedere una grazia o più semplicemente ‘esprimere un desiderio’.
Dalle divinità pagane, il concetto è stato trasferito alle figure dei Santi, e nel caso delle stelle cadenti di Agosto, l’associazione è avvenuta con San Lorenzo, il cui martirio si ricorda il 10 Agosto.
Le lacrime di San Lorenzo (ovvero le stelle cadenti), sarebbero proprio le lacrime del Santo che vagano per il cielo e che decidono di posarsi a terra solo il giorno dell’anniversario della sua morte. In alcune versioni della leggenda si racconta che le stelle cadenti siano le scintille della graticola sul quale il santo venne martirizzato.
Ma esprimere un desiderio sotto le stelle cadenti non è l’unica usanza connessa alla notte di San Lorenzo.
Per esempio in Romagna il giorno di San Lorenzo ci si deve immergere sette volte in mare, per purificarsi e per attirare a sé fortuna e felicità. La leggenda narra che fin dall’antichità in questa giornata vi fosse sulla riviera romagnola un grande afflusso di bagnanti provenienti dalla campagna, speranzosi di veder le loro malattie portate via dal mare e di propiziarsi un anno migliore. L’usanza è collegata ad un’altra leggenda: un’apparizione di San Lorenzo (sempre lui!) nella romagnola Cervia mentre nella cittadina divampava la febbre malarica. Si narra che il Santo apparve in sogno ad una ragazza malata, indicandole come possibilità di guarigione le acque del mare, acque che avrebbero donato ai bagnanti i sette doni dello Spirito Santo. Così per estensione e tradizione, gli abitanti delle coste romagnole si bagnano sette volte in mare durante il giorno di San Lorenzo.
Quante cose stanno dietro ad una notte stellata: ma tra detriti e rocce, graticole e lacrime, rimane sempre la voglia di alzare gli occhi al cielo ed esprimere un desiderio. Attenzione però: l’ennesima credenza dice che se viene svelato, poi non si avvera!
photocredit: fremontherald.com
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Poche cose al mondo sono belle e rilassanti quanto una giornata in spiaggia: immaginate di esseri sdraiati sul lettino con la brezza che vi accarezza il viso, immaginate il rumore del mare a pochi passi da voi e la sensazione del sole sulla pelle. Splendido vero?
Tra il relax, il riposo e il divertimento però è anche necessario non abbassare mai la guardia sulla sicurezza: per godersi appieno una giornata in spiaggia è bene seguire dei piccoli consigli e accorgimenti che renderanno la giornata ancora più piacevole, confortevole e soprattutto sicura. Ad esempio se avete bambini scegliete sempre spiagge che dispongono di barriere frangiflutti, ovvero degli scogli artificiali il cui scopo è impedire l’erosione della spiaggia e riparare dalle correnti troppo forti del mare, che possono essere pericolose.
Sempre a proposito di bagni in mare è fondamentale rispettare le bandiere di balneazione: fate il bagno solo nelle ore in cui è garantito il servizio di salvataggio, segnalato dalle bandiere bianche a riva. Ricordate che la bandiera rossa significa che la balneazione non è consentita, sia per la mancanza di salvataggio sia per le condizioni del mare è molto importante rispettare questo divieto, anche in caso di mare apparentemente calmo.
Infine non fate mai il bagno in mare prima che siano trascorse almeno 3 ore dal pasto, che in caso di giornata sotto il solleone è bene che sia leggero e privo di alcolici. L’immersione in acqua (più fredda rispetto all’aria) potrebbe portarvi al rischio di una congestione o di crampi, perfettamente evitabili se rispetterete queste tempistiche.
Passando alla protezione fuori dall’acqua gli oggetti indispensabili da portare con voi saranno, ovviamente, una crema solare per proteggere la pelle da ustioni, scottature e raggi UVA. Ma anche un cappello e una buona dose di acqua fresca (da bere e da spruzzarvi addosso per rinfrescarvi) e l’evitare il sole nelle ore più calde vi aiuterà a proteggervi dai colpi di calore, molto frequenti a causa delle alte temperature.
Attenti anche alla sicurezza in fatto di borse, oggetti, eccetera. Non lasciate mai nulla incustodito: procuratevi una pochette o un marsupio e se avete voglia di fare lunghe passeggiate portate con voi gli oggetti di valore quali portafogli, cellulare, orologio.
E in caso di un incontro ravvicinato con una medusa? Può capitare di incontrarle in acqua, soprattutto quando è molto calma. Le sostanze rilasciate dai loro tentacoli sono urticanti e provocano bruciore e dolore alla pelle. Per curarle rivolgetevi al bagnino che sarà certamente attrezzato al primo soccorso. Lavate la ferita con l’acqua di mare, poi bagnatela con aceto o acqua calda. Dopo queste prime misure è comunque opportuno recarsi al Pronto Soccorso più vicino per accertarsi che sia tutto a posto e non siano necessari ulteriori interventi.
Infine fate particolare attenzione a bambini e anziani: le temperature troppo alte possono provocare svenimenti o colpi di calore, optate per frequentare le spiagge negli orari più freschi dunque al mattino presto e dopo le 16 di pomeriggio. Ricordate sempre di proteggere la pelle dei bambini con creme adeguate e fate loro indossare canottiere e cappellini durante le ore in cui il sole è più forte.
Se seguirete questi piccoli accorgimenti vi potrete godere una meravigliosa giornata in spiaggia cullati dalle onde del mare e con le dita nella sabbia soffice, senza però rinunciare alla comodità e soprattutto alla sicurezza!
photocredit: Nonsprecare.it
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Che cosa non può mancare in un grande film? Un cast d’eccezione, una storia coinvolgente, un finale entusiasmante e, naturalmente, un’automobile indimenticabile! Se ripercorriamo la storia del cinema italiano e internazionale è facile notare come molti di questi film vedano protagoniste anche delle splendide, leggendarie quattro ruote.
Ad esempio, il celebre film degli anni novanta “Ritorno al futuro” non sarebbe stato lo stesso senza la DeLorean, costruita dal protagonista Doc sulla base di una semplice DeLorean DMC-12. Ma perché proprio questo modello? La specifica scelta della DeLorean DMC-12 è stata motivata con la scena in cui Marty arriva nel 1955 andando a sbattere nel granaio dei Peabody. Non appena i Peabody vedono la DeLorean credono che si tratti di un’astronave aliena per le sue caratteristiche porte ad “ala di gabbiano”.
E per gli amanti di James Bond, quanta importanza hanno avuto i veicoli scelti nei film dell’agente 007? La più grande collezione al mondo di auto di James Bond attualmente conta 59 veicoli ed è di proprietà di un miliardario americano. L’automobile più antica ed esclusiva è l’auto sommergibile Fairey Huntress del 1963 del film “Dalla Russia con amore”, mentre la più nuova di tutta è l’Audi A5 e la Land Rover Defender del 2012, quattro ruote protagoniste del film “Skyfall”.
Gli appassionati di libri e film dell’orrore non avranno certamente dimenticato “Christine, la macchina infernale”, il cui film di John Carpenter del 1983 è stato tratto dall’omonimo libro di Stephen King. Il modello di macchina è una Plymouth Fury del 1958, ma nel film viene “interpretata” per la maggior parte del tempo da una Plymouth Belvedere, dal momento che le Fury sono molto rare. Inoltre nel romanzo ci sono vari riferimenti all’uso delle porte posteriori di Christine, ma il film ha previsto l’utilizzo di una vettura a due porte.
E che dire del modello Ford Gran Torino? Questa straordinaria automobile veniva prodotta dalla Ford per il mercato nordamericano tra il 1968 e il 1976, ed è stata resa celebre soprattutto grazie all’omonimo film di Clint Eastwood del 2008. Era inoltre protagonista del film “Il grande Leboswki” del 1998 e compare persino nella serie Fast & Furious, nello specifico nel film “Fast & Furious – Solo parti originali”.
Passando al cinema italiano l’auto forse più famosa della nostra storia è stata resa celebre dal capolavoro di Dino Risi, il delizioso film “Il sorpasso” del 1965 con Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant. Si tratta della bellissima Lancia Aurelia B24, su cui i protagonisti Bruno e Roberto sfrecciavano attraverso la Via Aurelia fino alle meravigliose campagne Toscane. Il modello di Lancia Aurelia B24 è “sopravvissuto” ed è attualmente esposto presso Cinecittà.
Non possiamo naturalmente non citare “Herbie, Il Maggiolino Tutto Matto”, protagonista di un ciclo di film tutti dedicati a lui e rappresentato dalla celebre Beetle Volkswagen a partire dal primo film, nel 1968. E la macchina di Diabolik? Famosissima sia grazie al fumetto che al film, si tratta di una magnifica quanto esclusiva Jaguar E-Type del 1961. Proprio a causa di questi legami con Diabolik ed Eva Kant pochi sanno che inizialmente, negli anni sessanta, la casa britannica diffidò gli autori dal nominare la marca dell’auto in quanto temeva una pubblicità negativa!
Ma in seguito fu la stessa Jaguar a chiedere agli autori di Diabolik di realizzare delle immagini per celebrare i 50 anni dalla nascita del modello, perché per diventare una leggenda automotive non c’è niente di meglio che essere protagoniste di una grande storia!
photocredit: Garage Torino
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Il campionato mondiale di calcio (detto anche FIFA World Cup o Coppa del Mondo FIFA) è l’evento sportivo più seguito al mondo. In occasione di questo Mondiale 2014 che ci sta regalando un’estate di grandi emozioni abbiamo indagato e curiosato nella storia di questa straordinaria competizione sportiva e abbiamo scoperto non poche curiosità!
Nel 1950 ad esempio l’Italia si rese protagonista di un evento tragicomico: la Nazionale affrontò il viaggio in Brasile in nave invece che in aereo, mettendoci 3 settimane. Ma dopo pochi giorni tutti i palloni da calcio utilizzati per gli allenamenti erano finiti in mare, e la squadra si presentò in Brasile debilitata e male allenata, e venne eliminata al primo turno.
Per gli amanti degli animali, la storia del Mondiale è segnata anche da due splendide personalità a quattro zampe che hanno fatto parlare di loro. Il primo, un cagnolino che durante il Mondiale del 1962 in Cile effettuò un’invasione di campo. Fu fermato grazie al giocatore inglese Greaves che si acquattò a terra e riuscì ad avvicinare il cagnolino che venne poi portato via dal campo su cui si stava svolgendo il match Brasile-Inghilterra. Nel 1966 invece prima del Mondiale in Inghilterra la Coppa Rimet venne rubata da ignoti. Fu ritrovata grazie a Pickles, un simpatico cagnolino che armato di grandissimo fiuto e tenacia la ritrovò in un parco Londinese, avvolta in un giornale.
Parlando invece di errori “umani” come dimenticare l’episodio del 1982 nel Mondiale tenutosi in Spagna? Durante Francia – Kuwait, già sul 3 a 1, i francesi segnarono il quarto gol. Gli avversari però, sentendo un fischio proveniente dalle tribune e scambiandolo per quello dell’arbitro, si fermarono credendo fosse in atto un fuorigioco. Fu a quel punto che lo sceicco Ahmed Al-Jaber Al-Sabah entrò in campo e, preso dalla rabbia, minacciò l’arbitro di ritirare la propria squadra. Quest’ultimo fece dunque marcia indietro e annullò la rete.
Ma le stranezze non accadono solo durante i match, come dimostra ciò che avvenne durante la cerimonia di inaugurazione dei Mondiali USA, nel 1994, quando la star Diana Ross avrebbe dovuto calciare un rigore a porta vuota provocando la rottura della rete e l’inizio dei fuochi. Purtroppo nonostante la distanza di soli 6 metri il tiro di Diana finì abbondantemente a lato, tra le risate generali!
Passando ai Mondiali degli anni 2000, anche Germania 2006, che vide trionfare la Nazionale degli Azzurri, ha la sua eccentricità: vi ricordate Josip Simunic? Il giocatore croato è stato il primo e unico calciatore a venire espulso solo al terzo cartellino giallo, per una banale dimenticanza dell’arbitro che riuscì a mandarlo via dal campo solo al 93’, dopo la terza ammonizione.
L’ultima stranezza riguarda il Mondiale in Sudafrica nel 2010 e vede protagonista Diego Armando Maradona che convocò il trentenne Andrea Garcè a discapito di Zanetti (fresco del celebre “triplete” con l’Inter) solo perché l’aveva sognato mentre alzava la Coppa del Mondo, che però venne vinta dalla Spagna e non dall’Argentina.
Quali altre sorprese e curiosità ci riserverà questo Mondiale in Brasile? Non possiamo prevederlo, ma è certo che i Mondiali 2014 ci hanno regalato grandi emozioni e continueranno a farlo fino alla Finale che si disputerà domenica 13 luglio.
photo credit: Guardian
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Ve lo ricordate il 2004? I social network iniziavano appena a prendere piede negli USA (risale a quest’anno infatti la nascita di Facebook), non esistevano gli smartphone e milioni di telespettatori stanno incollati allo schermo per vedere l’ultima, divertentissima puntata della serie cult anni ’90 Friends. Nel maggio 2004 la società Olandese TomTom International BV (nata nel lontano 1991, come azienda produttrice di software) lancia il suo prima sistema di navigazione satellitare per automobile, il TomTom Go.
Prima degli smartphone con GPS e prima di Google Maps il TomTom è stato “il navigatore” per antonomasia: il “TomTom” appunto. Nel 2004 uscì sul mercato a un prezzo competitivo e specifiche tecniche che ora fanno quasi sorridere. Il primo TomTom disponeva infatti di uno schermo da 3,5 pollici e 32 MB di RAM! Era piccolo, ma utilissimo, e divenne immediatamente un oggetto a cui nessuno poteva più rinunciare.
Sono passati 10 anni il TomTom è diventato davvero grande: ad oggi sono stati venduti 75 milioni di navigatori satellitari a marchio TomTom in 36 paesi e in totale la casa madre calcola che siano stati percorsi ben 280 miliardi di chilometri con la sua guida, corrispondente a un lasso di tempo di ben 700.000 anni. Sono numeri impressionanti che, ovviamente, non hanno grande valenza scientifica, ma rendono bene l’idea di come l’azienda olandese sia diventata di primo livello, almeno nel suo settore, e abbia cambiato per sempre il concetto di guida. Vogliamo dare un’occhiata agli altri numeri, decisamente più divertenti? Sempre secondo la società pare che in 10 anni il caro TomTom abbia portato in vacanza circa 35 milioni di turisti, mentre le persone portate sul luogo del loro primo, decisivo appuntamento sarebbero circa 3 milioni.
La società si vanta anche simpaticamente del numero di divorzi evitati. Sì, perché le coppie lo sanno: anche i più affiatati in macchina non possono fare a meno di evitare battibecchi e litigi in merito alla strada da percorrere! TomTom sostiene di aver salvato ben 13 milioni di matrimoni, mettendo tutti d’accordo. Del resto come si fa a resistere a “Jane” e “Tim”, ovvero la voce femminile e maschile del navigatore? Ci hanno guidato verso le nostre destinazioni, diventando dei veri e propri compagni di viaggio! Anche alcuni tra i più noti personaggi del cinema e del mondo dello spettacolo hanno prestato la voce per diventare speaker d’eccezione dei TomTom Go: tra i più celebri ricordiamo Darth Vader, e il mitico Homer Simpson!
Ad oggi il TomTom è ancora il navigatore satellitare più celebre al mondo e la strada percorsa non si conta solo in chilometri, ma anche e soprattutto nei grandissimi progressi tecnologici fatti in questi 10 anni: per esempio le funzioni aggiuntive che permettono di ricevere informazioni sul traffico molto dettagliate (come le cause dei ritardi e degli ingorghi), il servizio meteo che fornisce previsioni locali giornaliere e/o fino a cinque giorni, la funzione Google che permette di effettuare delle ricerche tramite il motore di ricerca, e infine Speak and go, per eseguire più di mille comandi vocali senza dover usare le dita sullo schermo.
Tanti percorsi, tanti progressi, tanti viaggi e tante persone diverse. I primi 10 anni di TomTom sono stati un vero successo, noi gli facciamo gli auguri di compleanno e gli auguriamo mille di questi chilometri!
photocredit: Publieditor.it
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Con le vacanze estive è sempre la stessa storia: ci sono quelli che già in inverno hanno prenotato volo, aereo, macchina e itinerari e chi invece si riduce sempre all’ultimo. Qualsiasi sia il vostro approccio alle ferie lo sapete che al giorno d’oggi, grazie al web, potete risparmiare tantissimo sulle vacanze e trovare offerte davvero vantaggiose?
Ad esempio la cosa che più spaventa quando si tratta di prenotare una vacanza è il costo del volo. Purtroppo non è poi così vero che organizzare un viaggio con largo anticipo permette di risparmiare; anzi, spesso è necessario rimanere informati quotidianamente per approfittare della flessibilità delle compagnie aree e avere la fortuna di trovare prezzi accessibili, soprattutto nel caso di viaggi in famiglia. In fatto di voli il colosso del web è certamente Skyscanner, il motore di ricerca delle offerte che reindirizza ai siti delle compagnie di volo. Per i più avventurosi poi il sito presenta una sezione dedicata alle migliori offerte low cost, a prescindere dalla destinazione, per organizzare un viaggio last minute verso mete sconosciute a prezzi convenientissimi.
Un trucco utile poi potrebbe essere quello di attivare gli alert sui siti che lo consentono, come ad esempio Kayak. Gli alert sono degli avvisi molto utili che consentono di rimanere sempre informati sui ribassi dei prezzi in real-time, in modo da potersi accaparrare subito l’offerta più vantaggiosa.
Se invece non è il volo che cercate ma l’alloggio sia che si tratti di prenotare un hotel, una stanza o una casa il web offre possibilità infinite di risparmio senza rinunciare alla qualità. Laterooms ad esempio si impegna ad offrire prenotazioni online e pagamenti in loco, con zero costi di prenotazione o cancellazione, e dispone di un call center gratuito. Un’altra soluzione, soprattutto se siete in cerca di pacchetti-vacanza, potrebbe essere Venere.com che dispone di una newsletter per avvisarvi delle ultime offerte, oppure Expedia.it con la sua celebre app che permette di trovare ovunque prezzi vantaggiosi. Non dimenticate anche di dare un’occhiata a Airbnb, il portale che fa incontrare i privati che cercano un alloggio per le vacanze con quelli lo vogliono mettere a disposizione.
A proposito di alloggi esiste anche un sito che permette di alloggiare a titolo completamente gratuito: si tratta di scambiocasa.com (versione italiana del più noto HomeExchange.com), che consente di mettere a disposizione la propria abitazione, compilando una scheda, e consultare quelle degli altri utenti. La trattativa avviene mediante la messaggistica interna, e concluso l’affare è quindi possibile effettuare uno scambio di casa a costo zero.
Per chi viaggia con animali o bambini poi esistono siti dedicati che permettono di trovare soluzioni e itinerari non solo convenienti economicamente ma anche funzionali alle esigenze di tutti: consigliamo particolarmente due portali ricchi di utili informazioni, Vacanzeconbimbi.it e Vacanzeanimali.it
Un’ultima segnalazione la dedichiamo a chi quest’anno vuole cimentarsi nelle vacanze in campeggio ma non dispone dell’attrezzatura necessaria: LocLoc è una community di noleggio online dove è possibile trovare gli oggetti più disparati ma con particolare attenzione a tutto ciò che serve per una gita fuori porta, dal forno portatile alla tenda, fino alle biciclette. Perfetto se volete provare il campeggio per la prima volta ma non siete sicuri di volerci riprovare l’anno prossimo!
In conclusione, qualsiasi sia la vostra idea di vacanza, non dimenticate di cercare le recensioni degli utenti (soprattutto in fatto di alloggi) per trovare soluzioni che siano sì vantaggiose, ma senza dimenticare la qualità.
photocredit: haivisto.com
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Dite la verità, anche a voi è capitato di andare in Inghilterra e rischiare di venire travolti sulle strisce pedonali per aver guardato prima a destra? È normale, normalissimo. Ma per fortuna i conducenti Inglesi sono abituati alla “distrazione” degli altri europei. Sì, perché noi Italiani (e non solo!) siamo abituati alla cosiddetta “guida a destra”, e questo può risultare molto impegnativo nei paesi che non la pensano come noi. In ogni caso anche se il più conosciuto è il Regno Unito la verità è che al giorno d’oggi sono molti i paesi che utilizzano la “guida a sinistra”, circa il 34%. Australia, India, Indonesia, Malta, Sud Africa… Questi sono solo alcuni dei paesi in cui si guida a sinistra, e molti di essi sono o sono state Colonie Britanniche dove le usanze della Madre Patria si sono lentamente diffuse e consolidate nel corso della storia.
Ma da dove arriva questa differenza di comportamento nel viaggiare su strada?
Le origini sono molto antiche: innanzitutto è necessario ricordare che un tempo quasi tutti camminavano sul lato sinistro della strada, per diverse ragioni, a cominciare dal fatto che camminando a sinistra ci si trovava nella posizione ideale per sguainare la spada, e per lo stesso motivo risultava più facile salire a cavallo dalla parte sinistra, in modo che la spada non fosse d’intralcio.
Questa tendenza fu ufficializzata nel 1300 da Papa Bonifacio che ordinò che tutti i pellegrini dovevano viaggiare sul lato sinistro. Qualche secolo dopo però, per la precisione nel 1773, il Governo Britannico introdusse un codice stradale chiamato “The General Highways Act” dovuto all’improvviso aumento di cavalli sulle strade, che raccomandava di tenere la sinistra.
Nell’Europa continentale le cose sono andate diversamente: proprio grazie alla Rivoluzione Francese nel 1789 e con la caduta della Bastiglia gli aristocratici spaventati iniziarono a viaggiare sulla parte destra della strada per passare inosservati. Al 1793 risale la prima legge europea che stabiliva di tenere la destra, in Danimarca, e questa legge venne imitata l’anno dopo dai francesi che fecero della nuova consuetudine una regola valida per tutti. Con l’impero napoleonico e la conquista dell’Europa si iniziò perciò a viaggiare sulla destra, con l’eccezione dei paesi non conquistati come ad esempio il Regno Unito.
Naturalmente l’Europa è spesso divisa sulla questione “guida” degli inglesi, che naturalmente non hanno la minima intenzione di modificare le loro abitudini, sia perché la manovra costerebbe migliaia di sterline sia per una questione di orgoglio storico e nazionale. L’ultimo paese europeo a cambiare da destra a sinistra il senso di marcia fu la Svezia nel 1967 e a parte i primi tempi di smarrimento si può dire che la manovra fece bene al paese, soprattutto per quanto riguarda il numero degli incidenti stradali che decrementarono notevolmente.
Se doveste andare a fare una vacanza o un viaggio in paesi dove vige la guida a sinistra sappiate che abituarsi non è poi così difficile, ma conviene comunque prendere dei piccoli accorgimenti per muovervi in tutta sicurezza. Un consiglio? Al momento del ritiro della macchina presso la società di autonoleggio prendetevi svariati minuti per prendere coscienza del posto di guida, fate delle prove, sistemate bene il sedile e regolate gli specchietti. Per i primi tempi fate attenzione ai sorpassi, agli incroci e alle rotonde, guidate piano e con prudenza e vedrete che nel giro di qualche giorno vi sarete abituati e la guida a sinistra non avrà più segreti per voi.
photocredit: robertsutcliffe.com