Archivio per 2012
Gli appassionati di tecnologia e telefonini di ultima generazione, digital world, da oggi metteranno la loro passione in gioco per un fine più grande. La mobilità sostenibile è infatti una delle nuove frontiere delle app più all’avanguardia. L’ultima l’ha firmata Wired e lo scopo è quello di formulare soluzioni tecnologiche che consentano di muoversi in città a impatto zero. Si chiama Wired Mobility e nasce dal connubio tra il noto magazine e l’azienda Nissan (la prima ad aver creato un’auto 100% elettrica, la Nissan Leaf) con un solo obiettivo: offrire alternative per un’aria più pulita, per strade meno inquinatee per percorsi alternativi all’auto. Insomma per mettere a tappeto traffico e inquinamento.
Semplicemente scaricando (in modo gratuito) l’applicazione, tutti i possessori di uno smartphone potranno ricevere informazioni importanti: dove parcheggiare la propria vettura per poter proseguire prelevando una bicicletta da un punto di bike sharing, dove ricaricare la propria auto elettrica, e via dicendo. Verranno dunque messi in evidenza dei punti di interesse in tutto il territorio italiano (appositamente chiamati POI, dall’inglese Point of Interest) che permetteranno di soddisfare le esigenze e le necessità degli utenti.
Wired Mobility è la app per i viaggiatori sostenibili che viaggia a velocità 2.0! Per restare al passo con i tempi è infatti pensata in chiave social, ovvero è strutturata in modo tale che sia possibile collegarsi tramite il proprio profilo Facebook, permettendo così di condividere i propri contenuti con tutti gli amici (virtuali e non) a cui si è connessi tramite il social network creato da Mark Zuckerberg.
Si tratta di una delle tante app che in questo ultimo anno sono state create per rendere più semplice e più green la nostra vita. Come Green City, la app di SmartDevs per verificare la disponibilità dei parcheggi; o Atp, realizzata dal team Audero per controllare il tempo di attesa,, del bus nella fermata sotto casa e per conoscere il percorso più efficace con i mezzi pubblici per raggiungere il posto di lavoro. E ancora ‘NaBike, la app di InnovaNa, che fornisce informazioni sulle postazioni di bike sharing, sul numero di bici disponibili e sui parcheggi adiacenti. La mobilità a impatto zero è una sfida globale. Che si può vincere solo con l’insieme di tante piccole idee brillanti. Del resto, l’unione fa la forza.
photocredit:William Hook via Compfight
Dati alla mano le infrazioni al codice della strada in Italia sono molto frequenti, nonostante si siano implementati notevolmente i controlli e siano previste sanzioni a punteggio sulla patente di guida, oltre che pecuniarie. Le statistiche a riguardo sono molto allarmanti se si pensa che ben il 70% degli automobilisti non rispetta le basilari regole di circolazione oppure le rispetta in maniera parziale, mettendo a repentaglio la propria sicurezza e quella degli altri automobilisti nonché passeggeri.
Dall’indagine Ipsos patrocinata da Ania “Gli italiani e il rispetto delle regole”, emerge chiaramente come il Bel Paese non sia di certo un esempio per disciplina e correttezza. La violazione delle regole della strada sembra quasi essere una prassi più che un’eccezione e dalle dichiarazioni degli intervistati il Codice della strada è al 5° posto per importanza di insieme di regole da rispettare.
I telegiornali e i numerosi casi di cronaca sono testimoni diretti delle conseguenze di questo atteggiamento che portano a incidenti, più o meno gravi, che causano anche notevoli disagi dal punto di vista del traffico. L’84% degli italiani si è dichiarato favorevole ad una normativa e delle sanzioni più rigide, ma una volta al volante la percentuale di chi rispetta tutte le regole, e in particolare i limiti di velocità, si abbassa a soglie davvero sorprendenti.
Ma quali sono le infrazioni più diffuse, ossia le norme considerate meno “importanti” dagli automobilisti italiani? Al primo posto si trova a sorpresa la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. I limiti imposti vengono definiti “troppo restrittivi” anche se sono esattamente allineati agli standard europei. Al secondo posto arriva invece il limite di velocità che nel 52% dei casi viene bypassato o non preso in considerazione, in particolare su alcune tipologie di strade e per la diffusione di automobili sempre più potenti che non lasciano percepire al meglio la velocità a cui si viaggia, mentre la terza infrazione ritenuta poco importante quando si è alla guida è il passaggio col rosso al semaforo.
photocredit Andy Wilson via Compfight
L’assicurazione per le automobili è senza dubbio una delle componenti essenziali per viaggiare e muoversi in sicurezza non solo in Italia ma in tutta Europa. L’RC auto è infatti obbligatoria in tutti i paesi dell’Unione Europea all’interno della quale è sufficiente esporre, bene in vista, il tagliandino assicurativo, mentre in altri paesi viene richiesto anche un certificato aggiuntivo, meglio noto come carta verde, che se non è non è stato emesso direttamente con la documentazione della polizza stipulata deve essere richiesto alla propria compagnia assicuratrice con anticipo rispetto alla partenza e viene successivamente rilasciato dall’Ufficio centrale italiano. Questo certificato deve le sue origini alla direttiva promulgata dall’UE che prevede una documentazione molto dettagliata per il veicolo con il quale si intende viaggiare.
Grazie alla costituzione del Mercato Europeo, risalente all’ormai lontano 1992, è possibile stipulare in Italia una polizza valida in tutti i paesi aderenti. Se la scelta tra le polizze all’interno del territorio italiano è quanto mai ampia, altrettanto variegato è il panorama relativo a quelle internazionali. Le polizze più diffuse in ambito europeo applicano esclusivamente il principio di responsabilità civile, indiscutibilmente il più importante, spesso tralasciando quello relativo ad altre opzioni della polizza stessa come furto, incendio, calamità naturali, cristalli. E’ possibile comunque assicurare la propria auto anche per queste eventualità richiedendo all’azienda assicuratrice delle polizze ad hoc, elaborate sulle personali esigenze.
Ma quali sono le procedure da seguire per ottenere la Carta Verde di circolazione per il vostro veicolo? Innanzitutto il primo passo è quello di accertarsi che nel Paese in cui ci si sta recando sia veramente necessaria la Carta Verde, dato disponibile all’interno del sito ufficiale dell’Ufficio Centrale Italiano (www.ucimi.it) o a vostra disposizione presso l’azienda erogatrice della polizza auto. Dopo aver verificato questa necessità, nel caso in cui il certificato non sia già presente nella documentazione della polizza, si può procedere alla richiesta formale del documento che deve essere presentata all’azienda erogatrice che si occupa di farla recapitare al cliente.
Nei paesi non aderenti al protocollo della Carta Verde è necessaria una particolare tipologia di assicurazione, anche temporanea, da aggiungere a quella già esistente. Anche in questo caso richiedere la consulenza della propria agenzia assicuratrice di fiducia è sicuramente la scelta giusta per non incorrere in spiacevoli inconvenienti.
Assisearch.it è il portale di riferimento per le informazioni nel settore assicurativo già dal 2001. Ma da ottobre di quest’anno cambia veste e diventa un vero e proprio socialnews dove è possibile condividere notizie, pareri e comunicati stampa di settore.
Abbiamo chiesto a Paolo d’Agostino, responsabile della consulenza e della progettazione, di raccontarci qualcosa di più sul progetto.
Perché un social news assicurativo?
AssiSearch vuole essere un blog collettivo, dove gli stessi professionisti, intermediari ed aziende pubblicano propri contributi o selezionano le news più rilevanti che si trovano in giro per la rete, diventando di fatto un motore di ricerca specializzato o un feed reader sempre aggiornato.
Il principio è unire le forze per creare un canale appetibile. Molte notizie raccolte in unico sito e catalogate per materia non fanno perdere tempo ai lettori. Questo è il motivo per cui sempre più persone preferiscono i social.
Qual è il punto di forza del progetto Assisearch secondo lei?
Inserire le notizie in un social news specializzato è un vantaggio per tutti: per chi le pubblica perché consente di aumentare i propri punti di presenza in rete e intercettare così nuovi flussi di contatti; per chi le legge perchè rappresenta un punto di riferimento facilmente consultabile per tenersi aggiornati (penso ai professionisti) o semplicemente per trovare le risposte alle proprie domande.
Gli operatori, commentando e votando ogni news, forniscono un giudizio di merito, garantendo un certo livello di qualità rispetto ai contenuti proposti.
La qualità è garantita anche dal fatto che il nostro social news è comunque moderato dallo staff di AssiLearning.it, un gruppo di professionisti nel campo della formazione, della vendita, della comunicazione e dei servizi multimediali, provenienti dall’ambito aziendale e da quello universitario.
Chi puo’ utilizzare questo canale per pubblicare contenuti?
Professionisti, intermediari ed aziende possono loggarsi utilizzando semplicemente il proprio account Linkedin, Facebook, Twitter o Google e condividere news, sentenze, pareri, comunicati stampa, nuovi prodotti e servizi.
Quali canali social utilizzate voi di Assisearch e Assilearning?
Assisearch ha anche una sua pagina Facebook e un account Twitter.
Un canale molto interessante già utilizzato da Assilearning, è quello Youtube dove si trovano contenuti video dedicati al mondo assicurativo e alla formazione professionale.
Se avete fatto viaggi all’estero o in alcune città nostrane, avrete di certo notato come anche in Italia si stiano diffondendo alcune particolari attenzioni rivolte a donne in dolce attesa o con bambini piccoli al seguito che viaggiano in auto. I parcheggi rosa, questo il nome scelto per queste agevolazioni nei posteggi in città e in particolari zone, sono sicuramente una valida iniziativa che può agevolare e rendere più semplice la vita anche a mamme che viaggiano con passeggini e vogliono comunque essere autonome.
Il parcheggio rosa è un’agevolazione non prevista dal codice della strada, come invece lo sono quelle relative ai disabili che per legge devono esporre un tesserino apposito rilasciato dal Comune di residenza e possono segnalare eventuali abusi che vengono sanzionati, ma è semplicemente una modalità che viene adottata a discrezione dell’amministrazione comunale e che va rendere più facile la vita a mamme con bebè in pancia o a bordo. Un atto di senso civico utile per una cittadinanza più attiva e consapevole.
Ma qual è l’effettiva utilità di questi posti riservati? E’ solo una semplice comodità? Il principio è molto semplice: grazie ad una certificazione reperibile presso il comune di residenza, si può parcheggiare all’interno delle postazioni delimitate dalle strisce rosa a terra senza dover certificare con analisi o con caratteristiche fisiche il proprio stato di gravidanza. In poche parole non vi è l’obbligo di pagare la sosta nelle aree dove il pagamento è previsto e non si devono affrontare imbarazzanti situazioni nei primi mesi di gravidanza, quando questa non è ancora del tutto evidente. Questa agevolazione è a disposizione fino ai 2 anni di età del bimbo, quando sarà più autonomo e parcheggiare non sarà più un problema.
L’iniziativa al momento della sua introduzione ha avuto subito un discreto riscontro soprattutto nelle grandi città, ma sempre più necessarie sono queste iniziative da parte delle amministrazioni comunali anche di piccoli centri e in particolare nelle aree limitrofe ad ospedali, ambulatori specializzati e centri analisi che devono essere frequentati in maniera continuativa durante i 9 mesi di dolce attesa.
photocredit Dr Joolz
Guidare può comportare alcuni rischi, ma molte sono anche le inutili paure che alcuni guidatori o potenziali tali manifestano davanti al volante. Dalle statistiche di settore emerge infatti che sempre più numerose e diffuse sono le paure che portano gli italiani a guidare il meno possibile o non guidare affatto. Un vero e proprio limite per alcuni se si pensa alle zone in cui l’auto è indispensabile e il servizio di trasporto pubblico insoddisfacente.
Ma queste paure sono sentite anche in Italia, uno dei paesi con la più lunga tradizione al volante? Una ricerca di settore ha sondato questa tematica abbastanza inedita nel panorama italiano rivelando proprio quali siano i timori più diffusi che si manifestano nel 91% dei guidatori del Bel Paese. Solo il 9% ha infatti affermato di sentirsi sicuro al volante senza particolari timori o paure relative alla guida, la cui più alta percentuale si rintraccia nel nord Italia con particolare concentrazione a Torino e Milano.
La paura più diffusa in assoluto? La guida altrui! Paradossalmente chi afferma di aver paura alla guida afferma anche come siano gli altri automobilisti a creare ansia e percezione di pericolo perché distratti o perché viaggiano a velocità troppo elevata. I guidatori che maggiormente suscitano l’insicurezza altrui sono senza dubbio i giovani che sembrano essere considerati all’unisono imprecisi e poco attenti. Una caratteristica ovvia e reale vista la poca esperienza maturata alla guida, non a caso anche nel mondo assicurativo si rintraccia questa percezione applicando via via premi assicurativi più bassi mano a mano che cresce l’esperienza.
Un’altra paura molto diffusa in particolare nelle città è la spavalderia dei pedoni che si immettono nella carreggiata mentre pochi, solo il 2% dei guidatori, ammette di avere poca abilità al volante. Molto diffuse sono poi i timori relativi alle condizioni atmosferiche, in particolare creano ansia nebbia, neve e ghiaccio e temporali improvvisi. Una paura che invece sembra attanagliare le donne, ben il 21%, è quella di restare a piedi in luoghi isolati e poco raggiungibili dai mezzi di soccorso.
photocreditx-ray delta one
Nei film di fantascienza le abbiamo viste molte volte, ma qualcuno si aspettava davvero potessero diventare realtà in così breve tempo? Di cosa stiamo parlando? Delle auto senza guidatore progettate e destinate ad andare in giro per il mondo dalla più grossa azienda esistente nel web: Google!
I prototipi di Google per le quattroruote autosufficienti sono in circolazione da svariati mesi per le strade statunitensi anche se fino ad ora non sono ancora stati autorizzati ufficialmente viaggi senza un guidatore umano, solitamente un tecnico dipendente Google, a bordo per i casi di emergenza. Ma come fa un’automobile ad orientarsi fra le strade e fra le mille insidie che il traffico nasconde?
Beh, non è di certo un meccanismo e una progettazione semplice quella che ha portato alla realizzazione dei primi prototipi delle Google Autonomous, anzi. Al loro interno è presente uno dei più sofisticati sistemi informatici al mondo che consente di coordinare l’azione delle numerose telecamere e sensori dislocati in tutta la superficie della carrozzeria. La capacità di reazione di questi sensori è paragonabile a quella dell’occhio umano del quale viene riprodotta a capacità di rotazione e reazione consequenziale. Come ovvio questa tipologia di automobili ha incontrato diverse difficoltà, sia in fase di realizzazione ma in particolare per quanto riguarda i permessi per circolare liberamente sulle strade di tutti i tipi. Ad oggi una legge ha concesso la circolazione in California, vincolata però alla presenza di un guidatore umano all’interno, e anche il Nevada permette loro di aggirarsi per le normali strade.
Ma qual è il reale vantaggio di un’auto che si guida da sola? Un’auto che si conduce in maniera autonoma ha senza dubbio un potere rivoluzionario per quanto riguarda la percezione della disabilità e tutti i suoi limiti. Non a caso il primo esperimento di conduzione senza personale di Google è stato realizzato con la collaborazione di Steve Mahan, non vedente, che l’auto ha “accompagnato” al ristorante….senza alcun bisogno di accompagnatori “umani”!
photocreditAntonio Manfredonio via Compfight
Il green trova una nuova arma a suo favore, ma in realtà a favore di tutti, grazie agli incentivi statali destinati a chi sceglie di muoversi con mezzi a basse emissioni. Tale decisione è stata promulgata grazie alla conversione in legge del decreto sviluppo 83 che va a dare nuova linfa al mercato automobilistico con incentivi monetari ad aziende e privati che decidono di rinnovare le auto.
Come sempre accompagnato da polemiche, il bonus destinato ai nuovi veicoli in circolazione può invece rappresentare un vero e proprio punto di partenza per chi intende cambiare auto a favore di una scelta più consapevole per noi stessi e per l’ambiente.
Ma come funzionano questi incentivi? Quali sono le vetture che si possono acquistare?
Gli incentivi variano per categorie di richiedenti, in quanto per i liberi professionisti è necessaria la rottamazione di un veicolo che deve essere stato immatricolato almeno 10 anni prima, mentre per quanto riguarda i privati cittadini non vi sono vincoli di questo genere. Il contributo singolo ammonterà al massimo a 5000 euro per veicolo per una somma totale stanziata pari a 140 milioni di euro, suddivisa per i tre anni di erogazione (2013/2014/2015). L’importo varierà in base alle emissioni del veicolo ma con una cifra di partenza pari a 1800 euro.
Le vetture acquistabili sono molto varie. Non ci si deve far ingannare dalla dicitura auto ecologiche, visto che all’interno della legge sono previsti incentivi per auto elettriche, ibride a GPL e metano con diversi importi disponibili ed erogabili. Insomma svariate possibilità che possono accontentare tutte le esigenze sia a livello estetico che di potenza del motore. L’unico limite che si deve rispettare è quello relativo al livello di emissioni registrato in fase di omologazione che deve rientrare all’interno dei parametri stabiliti dalla legge. Per i veicoli totalmente elettrici o ibridi sono previste agevolazioni più ingenti vista la ridotta quantità di sostanze tossiche immesse nell’atmosfera che li rendono la vera frontiera automobilistica green del futuro.
photocredit Mauro Quercia via Compfight
Al volante i rischi che si corrono sono sempre dietro l’angolo, ma quali sono le statistiche in merito? Quali sono i maggiori fattori di pericolo al volante?
Al primo posto si piazza sicuramente la distrazione, che in realtà può avere origini diverse di caso in caso e quindi include anche molte altre variabili. La prima per frequenza è sicuramente la stanchezza che nel panorama italiano sembra non conoscere rimedio. Solo il 4% degli italiani infatti ammette di abbandonare il volante per tale motivo, mentre più della metà effettua pause o brevi break per sgranchire le gambe e riprendere le energie. Tutto bene se non fosse che nella maggior parte dei casi ci si lascia prendere dall’entusiasmo e dalla smania di arrivare a destinazione, sia in casi di viaggi per lavoro che per viaggi turistici, e le pause risultano quindi essere troppo corte per essere considerate davvero efficaci.
Uno dei motivi di distrazione al volante che negli ultimi tempi ha causato diversi incidenti e tamponamenti è il telefonino, che mette a serio rischio l’incolumità non solo del guidatore ma anche degli altri automobilisti. Nei casi in cui non si potesse proprio rinunciare è opportuno munirsi di un auricolare o di un veicolo con bluetooth integrato. E’ da ricordare però che anche questi dispositivi non sono efficaci al 100% e che l’attenzione alla guida è comunque compromessa da una conversazione telefonica.
La seconda causa che crea maggior pericolo al volante è il famigerato colpo di sonno, causa del 17% degli incidenti mortali sulle strade italiane. Statistiche settoriali hanno infatti confermato che guidare stanchi e assonnati è come guidare completamente ubriachi (l’equivalente di un tasso alcolico del 1,68 secondo il metro di paragone) quindi…meglio un’ora di ritardo che un’ora di sonno in meno, soprattutto quando si devono affrontare lunghi viaggi e tratti stradali molto trafficati in cui è essenziale, anche se questo lo è sempre, avere i riflessi pronti.
Ma cosa fare se siamo in viaggio e accusiamo segni di stanchezza? Innanzitutto una pausa, prendere un caffè o concedersi una bibita non comprometterà il nostro viaggio e alcuni minuti di ritardo saranno ben perdonati se si arriva sani e salvi. Un’altra buona idea è quella di aprire il finestrino lasciando entrare aria fresca all’interno dell’abitacolo e masticare qualcosa che aiuti a mantenere i riflessi attivi come ad esempio una caramella o un chewing gum.
photocredit paride de carlo via Compfight